I sintomi più comuni della scialolitiasi sono dolore e tumefazione, rigonfiamento, della ghiandola interessata. Sono maggiormente percepiti durante i pasti, quando aumenta la salivazione.
La scialolitiasi, detta anche calcolosi delle ghiandole salivari, è una patologia infiammatoria di natura ostruttiva, dovuta alla formazione di calcoli salivari, detti scialoliti, che si accumulano all’interno dei dotti escretori.
Colpisce prevalentemente le ghiandole sottomandibolari e in misura minore anche le ghiandole parotidi. Si manifesta più frequentemente in età media o avanzata e negli individui di sesso maschile.
Cause e sintomi della scialolitiasi
Le cause della calcolosi possono essere molteplici: anomalie genetiche o dismorfosi del sistema duttale; alterazioni nella composizione del secreto; compressione dei dotti escretori; infezioni del cavo orale; presenza di corpi estranei o formazione di tessuto di granulazione; disidratazione e stati infiammatori.
I sintomi più comuni sono dolore e tumefazione, rigonfiamento, della ghiandola interessata. Sono maggiormente percepiti durante i pasti, quando aumenta la salivazione, ed è comune che si verifichino coliche salivari: improvvisi aumenti di dimensioni della ghiandola associati alla comparsa di un violento dolore di tipo trafittivo,
Trattamento
La diagnosi di scialolitiasi viene eseguita attraverso palpazione della ghiandola e visite specialistiche. Si effettua dapprima un’ecografia e, nel caso persistano dei dubbi, si ricorre a Tomografia Computerizzata (TC) o Risonanza Magnetica (RM).
Il trattamento prosegue su indicazione del medico specialista sulla base delle informazioni raccolte attraverso gli esami. La terapia medica, utilizzata nei casi meno intensi, consiste nella somministrazione di antibiotici, antinfiammatori, cortisonici e sostanze che stimolano la secrezione salivare per alleviare sintomi e favorire l’eliminazione spontanea del calcolo.
L’intervenire chirurgico rappresenta comunque il trattamento elettivo. In casi selezionati si può asportare il calcolo dal dotto interessato, tramite endoscopia,oppure si procederà alla asportazione dell’intera ghiandola.