In questo approfondimento ci soffermeremo sulla microchirurgia maxillo-facciale vedendo nel dettaglio in cosa consiste e quali sono i tempi di recupero dopo un intervento.
La microchirurgia è una tecnica chirurgica che si avvale della possibilità di trasferire dei tessuti ( cutaneo, muscolari, osseo da un sito donatore ed uno ricevente dello stesso paziente mediante nelle procedure di anastomosi 8 congiunzione) dei vasi sanguigni. Tale opportunità chirurgica permette di risolver casi complessi di natura oncologia e più raramente traumatica altrimenti non risolvibili. In questo approfondimento ci soffermeremo sulla microchirurgia maxillo-facciale.
Microchirurgia maxillo-facciale: l’intervento
L’intervento ricostruttivo microchirurgico può essere effettuato contestualmente all’intervento di rimozione di lesioni neoplastiche o in modo differito nel trattamento di grandi traumi con importanti perdite di tessuto.
Le metodiche ricostruttive microchirurgiche non sono scevre di problemi, quali rigetto, occlusione delle anastomosi vascolari e possono prevedere dei recuperi chirurgici che nella maggior parte dei casi riescono a salvaguardare il buon esito dell’intervento. Per questi motivi tali interventi sono comunque rivolte a pazienti in buone condizioni generali in assenza di patologie quali diabete, cardiopatie, insufficiente funzionalità epatica o renale.
La degenza
Il paziente dopo l’intervento deve rimanere in osservazione per 24-48 ore in un reparto di terapia sub-intensiva ove possano essere monitorati continuamente i parametri vitali e le condizioni locoregionali del trapianto mediante il controllo ecodoppler delle anastomosi.
I vantaggi
Il grande vantaggio delle tecniche microchirurgiche è la possibilità di trasferire da siti anatomici distanti grandi quantità di tessuto “specializzato”. Quindi sostituire cute con cute, osso con osso e muscoli con muscoli.
I lembi maggiormente utilizzati sono il lembo cutaneo di radiale prelevato dalla superficie palmare del polso, i lembi muscolari di retto dell’addome o del grande dorsale ed i lembi ossei di perone o di cresta iliaca.
Le attuali possibilità di progettazione computerizzate delle ricostruzioni, soprattutto per quanto concerne le ricostruzioni ossee, incrementano notevolmente l’efficacia del ripristino morfo-funzionale del segmento scheletrico che si deve sostituire.